Come Vestirsi - Meteoropatie - Attività all'aperto
Da lunedì 15 gennaio il servizio sarà sospeso per aggiornamento della piattaforma e riprenderà probabilmente nel mese di maggio
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Città Temperature
Percepite (° C)Benessere e
disagio termicoConsigli ed Avvisi Min Max Mat Pom Ser Condizionamento Meteoropatie Attività all'aperto Condizioni Critiche Ombra Sole Arezzo 5 9 12 Firenze 7 9 12 Grosseto 6 9 12 Livorno 7 10 13 Lucca 6 11 14 Massa-Carrara 8 12 15 Pisa 8 11 14 Pistoia 6 9 12 Prato 7 9 12 Siena 5 9 12 PREVISIONE TESTUALE Ven 12 Gen Disagio da freddo acuito dalla presenza del vento. Il disagio da freddo persisterà su gran parte della Toscana su livelli deboli per tutta la giornata. Le temperature percepite massime oscilleranno tra 8 °C e 12 °C di Massa. Nel complesso comunque non si prevedono condizioni biometeorologiche rilevanti per la salute. Il Bioprevisore: Marco Morabito -
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Percepite (° C)Benessere e
disagio termicoConsigli ed Avvisi Min Max Mat Pom Ser Condizionamento Meteoropatie Attività all'aperto Condizioni Critiche Ombra Sole Arezzo 2 10 13 Firenze 4 11 15 Grosseto 3 11 15 Livorno 5 11 15 Lucca 3 12 16 Massa-Carrara 6 12 16 Pisa 5 12 16 Pistoia 3 11 14 Prato 4 11 15 Siena 2 10 14 PREVISIONE TESTUALE Sab 13 Gen Giornata più fredda ma nella norma per il periodo e nel complesso senza condizioni biometeorologiche rilevanti per la salute. Il disagio da freddo, da debole a moderato al mattino, con valori percepiti alle ore 8:00 inferiori a 5 °C sulle province di Arezzo e Siena, sarà assente sulla maggior parte dei centri urbani durante le ore centrali, con valori percepiti di qualche grado superiori a 10 °C e con valori massimi di circa 12 °C sulle località costiere. Temperature percepite in diminuzione in serata e soprattutto in nottata. Il Bioprevisore: Marco Morabito -
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Percepite (° C)Benessere e
disagio termicoConsigli ed Avvisi Min Max Mat Pom Ser Condizionamento Meteoropatie Attività all'aperto Condizioni Critiche Ombra Sole Arezzo 0 10 13 Firenze 2 11 14 Grosseto 3 11 14 Livorno 4 11 14 Lucca 2 11 14 Massa-Carrara 5 12 15 Pisa 5 12 15 Pistoia 1 11 14 Prato 2 11 14 Siena 0 10 13 PREVISIONE TESTUALE Dom 14 Gen Ulteriore diminuzione termica nelle prime ore del mattino, con condizioni di disagio da freddo anche intenso su alcune zone dell’entroterra, dove si percepiranno temperature inferiori a 0 °C. Altrove il disagio da freddo sarà moderato con valore minimi ovunque inferiori a 5 °C. La situazione termica durante il periodo diurno e in serata sarà stazionaria rispetto a sabato. Il Bioprevisore: Marco Morabito -
Città Temperature Percepite Minime (° C) Temperature Percepite Massime (° C) Ven 12 Sab 13 Dom 14 Lun 15 Mar 16 Ven 12 Sab 13 Dom 14 Lun 15 Mar 16 Arezzo 5 2 0 9 10 10 Firenze 7 4 2 9 11 11 Grosseto 6 3 3 9 11 11 Livorno 7 5 4 10 11 11 Lucca 6 3 2 11 12 11 Massa-Carrara 8 6 5 12 12 12 Pisa 8 5 5 11 12 12 Pistoia 6 3 1 9 11 11 Prato 7 4 2 9 11 11 Siena 5 2 0 9 10 10 Info L’attivitá "Previsioni biometeorologiche" prevede l’elaborazione di una tabella con previsioni delle temperature percepite per ciascun capoluogo di provincia per la giornata odierna, per i due giorni successivi ed infine una sintesi/tendenza in cui sono riportati i valori termici percepiti dei tre giorni con l’aggiunta di una tendenza per i due giorni successivi. Accanto ai valori termici percepiti (minima, massima al sole e massima all’ombra) sono riportate le condizioni di benessere/disagio termo-igrometrico previste in tre momenti della giornata (mattino 8:00, pomeriggio 14:00, sera 22:00), espresse mediante una emoticon che permette di comprendere immediatamente le condizioni termiche previste. Accanto si trova una ulteriore colonna che indica, con un apposito simbolo, l’eventuale necessità di far uso dell’impianto di riscaldamento o di condizionamento. Seguono ulteriori colonne con informazioni su meteoropatie, attività all’aperto e la presenza di eventuali condizioni biometeorologiche a rischio per la salute. I dati meteorologici di input utilizzati per le applicazioni biometeorologiche sono quelli previsti dal modello meteorologico WRF-NMM, alla risoluzione di circa 12 km, sulla libreria "libmeteosalute" sviluppata internamente al CIBIC.
In dettaglio, le previsioni biometeorologiche presenti in tabella:
1- Temperatura percepita minima e massima al sole ed all’ombra
L'Apparent Temperature Index (AT), elaborato nel 1979, è stato il primo indice di calore ad essere stato impiegato negli Stati Uniti operativamente dal National Weather Service per fornire previsioni del disagio da caldo su una vasta area geografica (Bacci e Morabito 2002). Esso si basa su una serie di funzioni che permettono di stimare le reazioni del corpo umano al variare di alcune variabili ambientali e in particolare per valutare gli effetti del caldo umido sulla salute umana (Steadman 1979a,b, 1984, 1994).
Steadman ha in questo modo sviluppato varie formule che permettono di stimare la temperatura apparente considerando la combinazione tra vari parametri meteorologici.
In questo studio sono state utilizzate due versioni di calcolo di AT:
a) ATp : calcolo della temperatura apparente considerando l'effetto di temperatura dell'aria (Ta, °C) e pressione di vapore (Pa, kPa) (Steadman 1994):
ATp= 0,89 Ta + 3,83 Pa - 2,56
b) ATv: calcolo della temperatura apparente considerando anche l'effetto del vento (ms-1, misurato a 10 m dal suolo) quando la pressione di vapore è prossima a 1,6 kPa (Steadman 1994):
ATv= Ta + 3,30 Pa -0,70 V10 -4
Grazie alle sue caratteristiche, questo indice permette di tenere in considerazione l'effetto di molte variabili meteorologiche e può essere applicato in qualunque intervallo di temperatura. Peraltro tale indice permette anche di tenere in considerazione l'effetto della radiazione solare sulla percezione termica, permettendo quindi di calcolare una temperatura percepita al sole secondo la formula:
ATpvg= Ta + 3,48 Pa - 0,70 V10 + 0,70 Qg / (V10 + 10) - 4,25
dove:
V10 = velocità media del vento in un minuto, misurata a 10 m sopra il livello del mare (m/s)
Ta = Temperatura (°C)
Pa = Pressione di vapore (Kpa)
Qg = Frazione del flusso di calore per unità di superficie del corpo umano (W/m2)
La necessità di prevedere la temperatura apparente piuttosto che la semplice temperatura dell'aria ha una grossa importanza dal punto di vista biometeorologico. La condizione termica e i possibili effetti sull'organismo umano, infatti, sono influenzati sensibilmente, oltre che dalla temperatura dell'aria, anche da altre variabili, tra cui il vento e l'umidità relativa svolgono un ruolo tutt'altro che trascurabile. A seconda di come tali variabili interagiscono tra loro l'organismo deve sempre riuscire, mediante il sistema di termoregolazione, a mantenere la temperatura corporea il più possibile costante (prossima a 37 C).
L'effetto del vento per esempio nelle giornate fredde è ben diverso da quello che si ha durante le giornate calde:
- La presenza del vento, accrescendo l'evaporazione e l'asportazione di calore corporeo per convezione, influisce positivamente durante le calde ed umide giornate estive, riducendo il disagio fisiologico. E' esperienza comune la constatazione dell'immediato sollievo dall'afa quando s'instaura il regime delle brezze o quando, anche in un locale al chiuso, mediante un ventilatore, si provoca un seppur minimo movimento dell'aria.
- Nelle fredde e ventose giornate invernali, il vento, rimuovendo lo strato d'aria più calda a diretto contatto con la pelle, aumenta il meccanismo di termodispersione convettivo. Il vento, infatti favorisce una maggiore dispersione termica proporzionale alla velocit%agrave; stessa.
2- Condizioni di benessere/disagio termico e la creazione degli emoticon
Il benessere (o comfort) termico è definito come quella condizione della mente per la quale l’uomo esprime soddisfazione per l’ambiente termico circostante (UNI EN ISO 7730:2006). Questa condizione, per la maggior parte degli individui, si ottiene quando il bilancio termico é in equilibrio e la temperatura cutanea media e il calore dissipato per evaporazione del sudore variano entro limiti ben ristretti, corrispondenti ad una sollecitazione moderata del sistema di termoregolazione. Le condizioni di benessere ambientale risentono anche del tempo che un individuo trascorre in un ambiente e che lo porta ad assuefarsi alle condizioni esistenti, si parla quindi, di adattamento comportamentale, fisiologico e psicologico. Quando, invece, le condizioni ambientali non permettono al corpo umano (visto nella sua globalità) di mantenere o di raggiungere le condizioni di benessere, allora si parla di “disagio termico globale” (da caldo o da freddo) che può essere di diversa intensità a seconda degli effetti che le condizioni termiche provocano all’organismo (aumento della frequenza cardiaca, vasodilatazione o vasocostrizione periferica marcata, sudorazione profusa, perdita di acqua e sali con conseguente diminuzione del volume di sangue, comparsa di brividi, assideramento). Il disagio termico può, tuttavia, anche essere causato da un indesiderato raffreddamento o riscaldamento locale di una particolare zona del corpo e, in questo caso, si parlerà di “disagio termico locale”.
A causa, comunque, delle differenze individuali (caratteristiche soggettive) è praticamente impossibile descrivere una condizione termica (benessere o disagio) valida per chiunque e, per ogni situazione, ci saranno sempre alcuni soggetti che si dichiareranno insoddisfatti.
Le condizioni di disagio fisiologico vengono stimate mediante l’applicazione dell’indice di temperatura apparente (Apparent Temperature Index) sviluppato da Steadman in seguito a numerose ricerche sperimentali. Questo indice fornisce un valore di “temperatura apparente” (cioè quella percepita dal nostro organismo) espresso in C, derivato dall’effetto combinato di alcune variabili ambientali, in questo caso temperatura dell’aria (C) (a partire da una temperatura superiore a 20 C), umidità relativa (%) e velocità del vento () e radiazione solare. A seconda di come queste variabili ambientali interagiscono tra loro la temperatura apparente può assumere valori molto diversi da quelli della semplice temperatura dell’aria.
In base ai valori di temperatura apparente vengono individuati 4 livelli di disagio da caldo: debole, con valori tra 27 C e 30 C; moderato, tra 30 C e 35 C; intenso, tra 35 C e 40 C; molto intenso, oltre i 40 C. La procedura di calcolo sviluppata permette di stimare le condizioni di disagio da caldo torrido o afoso quando il valore di umidità relativa previsto è inferiore o superiore al 40% rispettivamente.
Per quanto riguarda le condizioni di disagio fisiologico da freddo, anche in questo caso vengono individuati 4livelli di disagio: debole quando la temperatura percepita ` compresa tra 10 C e 5 C; moderato tra 5 C e 0 C; intenso tra 0 e -5 C; molto intenso inferiore a -5 C.
Nel caso in cui l’indice biometeorologico non identifichi alcuna condizione di disagio o quando la temperatura dell’aria è compresa tra 15 C e 20 C si parla allora di condizioni di benessere o assenza di disagio termico.
Le informazioni relative alle condizioni di benessere o disagio termico sono indicate con degli emoticon (vedi legenda):
- Disagio da freddo molto intenso
- Disagio da freddo intenso
- Disagio da freddo moderato
- Disagio da freddo debole
- Benessere o assenza di disagio termico
- Disagio da caldo debole;
- Disagio da caldo moderato;
- Disagio da caldo intenso;
- Disagio da caldo molto intenso;
Questi indici biometeorologici, già utilizzati per scopi operativi da numerosi servizi meteorologici e per ricerche scientifiche in ambito internazionale, sono utilizzati anche dal nostro Centro e risultano essere un valido strumento di analisi per studi in ambito biometeorologico e per fornire alla popolazione indicazioni sulle condizioni di benessere o disagio termico.
3- Utilizzo del condizionatore/riscaldamento
In questa colonna della tabella viene suggerito l’uso del condizionatore in estate o l’uso del riscaldamento in inverno attraverso la dicitura "Condizionare ambiente interno" o "Riscaldare ambiente interno". Tale suggerimento si evidenzia quando nella colonna appare il simbolo (vedi legenda).
Cliccando sul simbolo si passa ad un’altra schermata dove è possibile conoscere l’intervallo orario per l’accensione del riscaldamento o del condizionatore. Per quanto riguarda l’informazione relativa al riscaldamento degli ambienti interni, nel periodo di accensione degli impianti, la temperatura massima degli ambienti interni secondo il DPR n. 412 del 26 agosto 1993 deve essere di 20 °C con una tolleranza di 2 °C. Il decreto prevede inoltre un numero massimo di ore di accensione che varia a seconda della zona climatica in cui ricade il comune. Nella tabella vengono indicate il numero di ore e il periodo di accensione consentiti a seconda della zona climatica.
Zona climatica
Numero max di ore giornaliere
Periodo di accensione
A
6
1° Dicembre - 15 Marzo
B
8
1° Dicembre - 31 Marzo
C
10
15 Novembre - 31 Marzo
D
12
1° Novembre - 15 Aprile
E
14
15 Ottobre - 15 Aprile
F
Nessuna limitazione
Nessuna limitazione
I capoluoghi di provincia della Toscana appartengono tutti alla zona climatica D ad esclusione di Arezzo che appartiene alla zona E pertanto in questo capoluogo è consentito accendere il riscaldamento 15 giorni prima rispetto a tutte le altre città della Regione. A tale norma possono derogare coloro che hanno gli impianti a pannelli radianti e quelli a gas solo se provvisti di apparecchiature di termoregolazione. In casi eccezionali quando si presentano situazioni climatiche straordinarie, i sindaci possono ampliare i periodi di accensione e la durata di attivazione degli impianti con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime. In questo caso i comuni che ricadono nella fascia climatica D potranno accendere gli impianti di riscaldamento per un massimo di 6 ore al giorno, mentre quelli che ricadono nella fascia climatica E per un massimo di 7 ore giornaliere. Nell’ambito degli orari e nel periodo di accensione imposto dalla normativa, a seconda delle condizioni termiche previste, il servizio di previsione permette di individuare al massimo due fasce orarie in cui può essere fornito il consiglio di accensione dell’impianto di riscaldamento: 1) dalle ore 05:00 alle ore 10:00 (per la zona climatica D) o alle ore 11:00 (per la zona climatica E); 2) dalle ore 16:00 (per la zona climatica D) o dalle ore 15:00 (per la zona climatica E) sino alle ore 23:00. Resta quindi sempre esclusa la fascia oraria notturna (dalle ore 23:00 alle ore 05:00) e quella relativa alle ore centrali quando maggiore è l’irraggiamento e conseguentemente il naturale riscaldamento della terra. In questo modo la durata di accensione (in termini di ore) del riscaldamento non può superare i limiti orari indicati dalla tabella sopra riportata in base alla zona climatica a cui appartengono le singole località. Quindi per la città di Arezzo non si potranno superare le 14 ore di riscaldamento giornaliero, mentre per gli altri 9 capoluoghi di provincia non si potranno superare le 12 ore giornaliere. L’obiettivo di questo tipo di informazione è quello di ottimizzare i consumi ed evitare gli sprechi energetici e ridurre l’inquinamento nei periodi più miti della stagione invernale. Per quanto riguarda l’informazione relativa al condizionamento degli ambienti interni durante i periodi più caldi dell’anno, per il calcolo della fascia oraria in cui è consigliabile l’impiego delle apparecchiature di condizionamento viene considerato il valore della temperatura apparente oraria prevista all’aperto e in particolare quando questo supera la soglia del disagio da caldo per almeno tre ore consecutive. Il fatto che le condizioni di disagio da caldo debbano persistere per almeno tre ore consecutive serve a tenere in considerazione l’inerzia nel riscaldamento degli edifici: all’interno degli edifici, infatti, grazie all’isolamento dei muri, la temperatura sale molto meno velocemente che all’esterno. La prima ora di accensione sarà, quindi, la terza ora in cui si prevede disagio da caldo all’esterno, mentre dopo l’ultima ora di accensione, la temperatura percepita prevista all’esterno scenderà al di sotto della soglia del disagio e non saranno più previste condizioni critiche. In quel momento, infatti, sarà possibile aprire le finestre e spegnere il condizionatore, facendo entrare l’aria più fresca dall’esterno. Oltre all’orario di accensione viene consigliato, così come per il riscaldamento, anche il numero di ore in cui si consiglia l’utilizzo del condizionatore. Per quanto riguarda, invece, il valore consigliato di temperatura media dell’ambiente interno, non essendoci una normativa che fissa dei limiti termici, valori compresi tra un minimo di 25 °C e un massimo di 27 °C sono i più accettabili in base al tipo di attività fisica prevista in modo da evitare di essere esposti a repentine variazioni termiche, potenzialmente dannose per la salute, passando dall’ambiente condizionato a quello esterno. Un valore inferiore a 25 °C in estate può risultare troppo basso per il periodo e quindi dannoso se si entra accaldati dall’esterno, mentre un valore di temperatura dell’aria superiore a 28 °C, anche se con bassi tassi di umidità, non è sufficiente per mantenersi al di sotto della soglia del disagio da caldo. Di seguito viene indicato anche il livello massimo di umidità da mantenere associato ad ogni valore di temperatura dell’aria affinché non si avverta disagio da caldo. I valori di umidità potranno anche essere inferiori ma non superiori altrimenti si supera la soglia dei 27 °C percepiti che costituiscono il limite del disagio termico. I valori consigliati in tabella sono stati calcolati tenendo conto di una situazione in cui si svolge una leggera attività fisica.
Temperatura dell’aria (°C)
Umidità massima %
25
60
26
50
27
40
28
30
Un condizionamento razionale dell’ambiente interno permetterà un significativo risparmio in termini energetici, contribuendo significativamente a ridimensionare i consumi attuali di energia, con importanti benefici anche in termini ambientali grazie alla riduzione dell’inquinamento. In ogni caso, quando dalla stanza condizionata si dovrà uscire all’esterno, sarà necessario acclimatarsi per alcuni minuti prima di uscire e quindi spegnere il climatizzatore circa dieci minuti prima di andare all’aperto sempre con l’obiettivo di ridurre lo shock termico legato alla variazione di temperatura tra ambiente interno ed esterno.
4- Meteoropatie
In questa colonna viene indicato se le condizioni biometeorologiche della giornata risultano favorevoli allo sviluppo o riacutizzazione di meteoropatie. In particolare viene indicato con un semaforo verde se la giornata è esente da rischio mentre viene contrassegnato con un pallino rosso se vi è la possibilità di riacutizzazione di una meteoropatia. Cliccando poi sul simbolo è possibile entrare sella sezione "Meteoropatie" in cui vengono indicate in dettaglio le condizioni relative alle principali patologie (dolori articolari, umore, emicrania, infezioni dell’apparato respiratorio). L’informazione viene fornita secondo una scala cromatica di rischio. In particolare viene indicata con un pallino verde se la giornata è esente da rischio per quella patologia, con pallino giallo se sussiste un rischio moderato di riacutizzazione, con pallino rosso se invece il rischio è alto (vedi legenda). Di seguito si riportano le meteoropatie con i parametri biometeorologici considerati:
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- Dolori articolari. La previsione delle condizioni biometeorologiche associate/non associate al rischio di riacutizzazione del dolore in soggetti con patologie croniche dell’apparato muscolo-scheletrico, vengono effettuate mediante una procedura che prende in considerazione i valori di umiditá relativa media giornaliera e la temperatura media e massima giornaliera. Se per l’osteoartrosi e la fibromialgia i risultati degli studi sono stati spesso contradditori, nei pazienti affetti da artrite reumatoide, invece, tutti i dati concordano sull’effetto aggravante dell’elevata umiditá relativa e le basse temperature sul dolore articolare. Le informazioni sui dolori articolari sono fornite mediante opportuna simbologia (vedi legenda).
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- Umore. La previsione delle condizioni biometeorologiche associate/non associate all’umore é basata su una procedura che tiene in considerazione la nuvolositá durante il periodo diurno e la sua persistenza per piú giorni (almeno 3) consecutivi. E’ noto, infatti, che la quantitá di luce solare influenza anche lo stato emotivo e determina alcune forme depressive stagionali, come la SAD (Seasonal Affective Disorder), cioé il Disturbo Stagionale dell’Umore, presente soprattutto nei paesi nordici. Se alla carenza di ore luce si aggiungono fattori meteorologici come la nuvolositá, la nebbia, tipiche del periodo autunnale ed invernale, gli effetti sul tono dell’umore e sulla sintomatologia depressiva saranno ancora maggiori. Le informazioni sull’umore sono fornite mediante opportuna simbologia (vedi legenda).
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- Emicrania/cefalea tensiva. La previsione delle condizioni biometeorologiche associate/non associate all’emicrania é basata su una procedura che tiene in considerazione i valori medi giornalieri di pressione atmosferica e di temperatura dell’aria, oltre che la nuvolosità ed i tassi di umidità relativa. In particolare per quanto concerne i primi due parametri viene effettuato un confronto con i valori medi registrati la giornata precedente mentre per quanto concerne la copertura nuvolosa e l’umidità relativa dell’aria vengono considerati solamente i valori della giornata corrente. Sempre un maggior numero di studi evidenziano come tali fattori meteorologici rappresentano una importante concausa scatenante il mal di testa nei soggetti che soffrono soventemente di tali disturbi (vedi legenda).
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- Infezioni dell’apparato respiratorio. La previsione delle condizioni biometeorologiche associate/non associate a malattie dell’apparato respiratorio é basata su una procedura che tiene in considerazione quattro variabili meteorologiche che sono la temperatura media giornaliera, i tassi di umidità dell’aria medi giornalieri, la temperatura massima giornaliera la differenza tra la temperatura media giornaliera del giorno corrente e quella del precedente. E’ infatti esperienza comune che alti tassi di umidità relativa associati a basse temperature dell’aria ed a sbalzi termici marcati, costituiscono dei fattori in grado di favorire le infezioni virali che peraltro rappresentano anche una importante causa di riacutizzazione di asma sia nei soggetti adulti che nei bambini (vedi legenda).
5- Attività all’aperto
In questa colonna viene indicato se le condizioni biometeorologiche risultano idonee o meno allo svolgimento di attività all’aperto. In particolare viene contrassegnato con un pallino verde se non vi sono condizioni biometeorologiche limitanti allo svolgimento di attività all’aperto durante tutta la giornata. Al contrario, se al mattino, al pomeriggio o alla sera esistono dei fattori limitanti, viene contrassegnato con un pallino rosso. In entrambi i casi, cliccando sul simbolo è possibile accedere alla sezione "Attività all’aperto" che fornisce un dettaglio dei tre momenti della giornata (mattino 8:00-12:00, pomeriggio 13:00-17:00, sera 18:00-22:00) con indicazione anche dei fattori meteorologici limitanti l’attività. La procedura di calcolo prende in considerazione 4 variabili meteorologiche ritenute fondamentali nello svolgimento di una attività fisica all’aperto in piena sicurezza e sono la temperatura percepita, il vento, la pioggia ed infine la presenza di ghiaccio o neve al suolo. E’ peraltro nota l’importanza dello svolgimento di attività all’aperto per il nostro equilibrio psico-fisico ed in particolare per coloro che presentano difficoltà motorie e per gli anziani, ma è indispensabile che essa sia svolta in condizioni biometeorologiche che escludano dei rischi per la salute.
5- Condizioni critiche
In questa colonna viene indicata con un punto esclamativo l’eventuale presenza di condizioni critiche particolarmente dannose per la salute mentre in assenza di tali condizioni la cella viene contrassegnata con un pallino verde. In entrambi i casi, cliccando sul simbolo è possibile accedere alla sezione "Attività all’aperto" nella quale sono riportati, nell’ultima colonna, gli avvisi di "condizioni potenzialmente dannose per la salute". Tale previsione é basata su una procedura che utilizza come dati di input quelli meteorologici previsti dal modello meteorologico WRF-NMM, alla risoluzione di circa 12 km, sulla libreria "libmeteosalute" sviluppata internamente al CIBIC. Sulla base di specifiche soglie applicate ai parametri meteo previsti, vengono elaborati gli avvisi di condizioni potenzialmente dannose per la salute. In caso di assenza di condizioni biometeorologiche critiche per la salute compare la frase "Non si prevedono condizioni biometeorologiche rilevanti.".
Di seguito vengono elencate tutti le condizioni critiche che determinano l’elaborazione degli avvisi di condizioni potenzialmente dannose per la salute:
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- Presenza di escursione termica elevata: Questo parametro esprime la differenza giornaliera fra la temperatura minima e quella massima. E’ molto importante in campo biometeorologico in quanto alcune persone piú sensibili si adattano con maggiori difficoltá alle ampie variazioni di temperatura che si hanno nell’arco della stessa giornata. Inoltre, quando l’escursione é elevata, le condizioni termiche che si hanno nelle prime ore del mattino possono differire notevolmente da quelle delle ore centrali della giornata, situazione che rende importante la scelta dell’abbigliamento. In questi casi é sempre consigliabile adottare un abbigliamento a strati in modo da proteggere bene il corpo nelle prime ore del mattino e da lasciarlo piú scoperto nelle ore piú calde della giornata.
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- Freddo nelle prime ore del mattino: La reazione del nostro organismo all’ambiente esterno dipende da moltissimi fattori e, tra questi, l’etá é, indubbiamente, una variabile di primaria importanza. Le persone anziane differiscono da quelle adulte in quanto i meccanismi di termoregolazione sono meno efficienti. In particolare il sistema circolatorio risponde meno prontamente soprattutto alle basse temperature; hanno una ridotta sensibilitá al freddo; a paritá di condizioni ambientali, la temperatura della pelle, soprattutto negli arti inferiori, sono piú basse; la diminuzione della massa muscolare riduce l’effetto isolante. Inoltre, preesistenti malattie cardio-vascolari e respiratorie possono rappresentare un’ulteriore fattore di rischio. La termoregolazione puó essere compromessa anche dal deterioramento delle capacitá cognitive, che contribuisce a sottovalutare i rischi legati al freddo. Ricordiamo che il periodo invernale é, infatti, quello in cui si osserva un picco della mortalitá generale; a questo contribuisce la maggior frequenza nei mesi freddi delle patologie cerebro- e cardio-vascolari, in particolare ischemiche (ictus, infarto del miocardio) e le infezioni delle vie respiratorie, frequenti responsabili di riacutizzazione delle malattie croniche delle vie respiratorie (broncopneumopatie croniche ostruttive, asma bronchiale). Per tutti questi motivi, in presenza di temperature molto basse, si raccomanda alle persone anziane di trascorrere il minor tempo possibile all’aperto e, nel caso questo non fosse realizzabile, si consiglia di indossare indumenti come guanti, sciarpa (meglio se copre la bocca) e cappello e di praticare solo leggere attivitá fisiche (per esempio camminare). Per ridurre il rischio di infezioni, é utile anche evitare i luoghi affollati, specie se poco areati.
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- Freddo o caldo durante le ore centrali della giornata: per il freddo valgono tutti i consigli comportamentali di carattere bio-medico giá precedentemente descritti. Per quanto riguarda i rischi legati al caldo ricordiamo come la sensazione del calore negli anziani sia ridotta e necessiti, per essere avvertita, di un maggiore innalzamento della temperatura cutanea; nelle persone anziane la soglia di temperatura in cui inizia la sudorazione risulta piú elevata, mentre la quantitá di sudore prodotto é minore, cosí come é ridotto lo stimolo della sete. I soggetti maggiormente esposti a complicazioni in caso di temperature elevate sono quelli con etá superiore ai 75 anni. In letteratura esistono moltissime prove di un incremento di decessi a carico di questa categoria legato alle temperature molto elevate. Nel caso in cui queste condizioni si verifichino all’inizio dell’estate, gli effetti negativi sulla salute sono anche maggiori in quanto l’acclimatazione non é completa (per esempio il sudore é molto piú concentrato e perció la perdita di sodio e potassio é maggiore). Altri soggetti a rischio sono: coloro che utilizzano farmaci diuretici, neurolettici ed anticolinergici, che interferiscono con il processo di termoregolazione; soggetti con malattie cardio-vascolari e respiratorie croniche che fanno spesso uso di farmaci come diuretici ed anti-aritmici in grado di provocare disidratazione, squilibri elettrolitici ed ipotensione arteriosa; soggetti affetti da diabete e patologie neuro-psichiatriche, che presentano una ridotta capacitá di reagire di fronte al caldo intenso. Per tutti questi motivi si consiglia alle persone anziane di trascorrere il minor tempo possibile all’aria aperta nelle ore centrali e pomeridiane, evitando di svolgere attivitá fisica che determina un incremento della produzione di calore metabolico. Le ore centrali del giorno, inoltre, sono anche quelle caratterizzate da una maggiore concentrazione di ozono nelle aree densamente abitate per cui si possono anche aggravare le malattie a carico dell’apparato respiratorio.
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- Elevata probabilitá di temporali: esiste una vera e propria sintomatologia legata all’avvicinamento di un temporale che si manifesta in alcuni soggetti piú sensibili. Queste persone infatti possono accusare una serie di malesseri legati ai cambiamenti delle condizioni atmosferiche associate ad un temporale: repentina diminuzione della pressione atmosferica e della temperatura dell’aria, aumento della ventilazione, ionizzazione dell’aria (in particolare un incremento degli ioni positivi). E’ stato suggerito che l’eccesso di cariche elettriche positive nell’aria possa essere il responsabile di alcuni sintomi riferiti da alcuni soggetti, prima e durante un temporale, come ansia, irritabilitá e cefalea. Il rinforzo del vento dovuto al temporale puó provocare una maggiore concentrazione di aerosol, contenente spore fungine e pollini (quando presenti) nello strato piú basso dell’atmosfera; inoltre, la pioggia intensa puó frantumare, per shock osmotico, i granuli pollinici, rendendoli piú respirabili; questa situazione puó provocare riacutizzazione dell’asma, talvolta anche molto grave. Gli effetti sono maggiori se il temporale interviene dopo un periodo anticiclonico durante il quale si sono accumulati gli allergeni. Pertanto, in caso di temporale durante un periodo di fioritura di pollini allergenici o in presenza di spore fungine, si consiglia ai soggetti allergici in genere, ma soprattutto asmatici, di stare in ambienti chiusi e di chiudere le finestre. Oltre ai noti disturbi che il passaggio di questi fronti puó determinare nei soggetti piú sensibili, non va dimenticato il rischio di essere colpiti da fulmini. I fulmini rappresentano un reale rischio per la nostra salute. Il 70% dei casi di persone colpite dai fulmini sono fatali, e in media muoiono 1000 persone all’anno. Secondo alcune ricerche il rischio di essere colpiti é nullo quando passano piú di 30 secondi tra il fulmine ed il tuono, o quando tra un fulmine e l’altro passano piú di 30 minuti (regola del 30-30). Se ci troviamo all’aperto é buona norma accovacciarsi, mai sdraiarsi al suolo; in un bosco é preferibile scegliere una zona con alberi bassi piuttosto che una radura; grandi edifici e automobili completamente chiuse rappresentano rifugi piú che sicuri; evitare ogni contatto con oggetti metallici, non perché attirino i fulmini, ma perché ottimi conduttori di calore. Il migliore consiglio per evitare il rischio di essere colpiti da fulmini é quello di soggiornare in luoghi chiusi durante un temporale e, se impossibilitati, adottare tutte le norme comportamentali precedentemente descritte.
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- Elevati tassi di umiditá relativa associati a bassa temperatura media e massima giornaliera: tale situazione risulta essere associata al rischio di riacutizzazione del dolore in soggetti con patologie croniche dell’apparato muscolo-scheletrico. Se per l’osteoartrosi e la fibromialgia i risultati degli studi sono stati spesso contradditori, nei pazienti affetti da artrite reumatoide, invece, tutti i dati concordano sull’effetto aggravante dell’elevata umiditá relativa e le basse temperature sul dolore articolare.
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- Raffiche di vento: la presenza di venti forti puó compromettere la stabilitá della deambulazione, soprattutto nelle persone piú magre e con minore tono muscolare. Gli anziani possono essere tra le categorie a maggior rischio in caso di venti intensi e, soprattutto sono le persone che, in caso di cadute accidentali, riportano generalmente le conseguenze piú gravi. Se, insieme al vento, é presente anche il ghiaccio sul manto stradale la probabilitá di cadere é ancora maggiore. In caso di venti forti accompagnati dalla pioggia, essendo impossibile ripararsi efficacemente, la bagnatura dei vestiti incrementa la perdita di calore da parte della pelle e questo aumenta sensibilmente il rischio legato al freddo. In giorni caratterizzati da forte vento si consiglia vivamente alle persone piú anziane di rimanere negli ambienti chiusi.
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- Elevata nuvolositá durante il periodo diurno e persistenza per piú giorni consecutivi (almeno 3): tale situazione risulta essere associata all’umore. é noto, infatti, che la quantitá di luce solare influenza anche lo stato emotivo e determina alcune forme depressive stagionali, come la SAD (Seasonal Affective Disorder), cioé il Disturbo Stagionale dell’Umore, presente soprattutto nei paesi nordici. Se alla carenza di ore luce si aggiungono fattori meteorologici come la nuvolositá, la nebbia, tipiche del periodo autunnale ed invernale, gli effetti sul tono dell’umore e sulla sintomatologia depressiva saranno ancora maggiori.
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- Rischio di ghiaccio: la presenza di ghiaccio puó rappresentare un fattore importante per le persone piú fragili, in particolare per il rischio di cadute. Il problema, naturalmente, é maggiormente sentito nei comuni collinari e montani del territorio regionale, luoghi nei quali l’accumulo, lo scioglimento ed il successivo ricongelamento della neve é particolarmente frequente. Anche le zone di pianura, in particolari periodi, possono essere soggette a questo tipo di problema, soprattutto se temperature molto basse si verificano dopo periodi piovosi.
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- Variazione di temperatura tra un giorno e il successivo (in aumento o in diminuzione) prevista al mattino, nel pomeriggio o in serata. In questo caso viene consigliato di adattare l’abbigliamento alla repentina variazione termica.
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Simbolo Descrizione Simbolo Descrizione Disagio da freddo molto intenso Disagio da freddo intenso Disagio da freddo moderato Disagio da freddo debole Benessere o nessun disagio Disagio da calore debole Disagio da calore moderato Disagio da calore intenso Disagio da calore molto intenso Condizioni Favorevoli Condizioni sfavorevoli Condizioni molto sfavorevoli Condizione critica Condizionare l'ambiente interno Diminuzione termica superiore a 5 ° C Diminuzione termica superiore a 2 ° C Aumento termico superiore a 5 ° C Aumento termico superiore a 2 ° C Nessuna variazione di temperatura Freddo eccessivo Caldo eccessivo Pioggia Vento Ghiaccio Abbigliamento molto pesante, tipicamente invernale per giornate gelide. Abbigliamento di oltre tre strati con cappoto pesante. E' indispensabile proteggere le estremità. Abbigliamento pesante per giornate fredde invernali, utile anche durante le ore serali, notturne o al mattino presto nelle fredde giornate tardo-autunnali o di inizio primavera. Abbigliamento di almeno tre strati e cappoto. E' necessario proteggere le estremità. Abbigliamento invernale, ma probabile anche nelle ore serali, notturne o al mattino presto nella stagione autunnale e primaverile. Abbigliamento a strati con utilizzo di giubbotto. E' consigliabile proteggere le estremità. Abbigliamento per condizioni mediamente fredde, più probabili in primavera, autunno ed inverno. Abbigliamento costituito da più strati con eventuale utilizzo di un leggero soprabito. Abbigliamento per con condizioni termiche gradevoli tendenti al freddo probabili in tutte le stagioni e prevalentemente in quella autunnale e primaverile. Abbigliamento medio costituito da due o tre strati. Abbigliamento per condizioni termiche gradevoli probabili in tutte le stagioni. Abbigliamento medio costituito in genere da due strati. Abbigliamento leggero per condizioni termiche gradevoli tendenti al caldo probabili soprattutto in estive, autunno e primava. Privilegiare un singolo strato ed abiti leggeri. Abbigliamento molto leggero per giornate calde estive, utile anche durante le ore centrali di calde giornate tardo-primaverili o di inizio autunno. Priviliegiare abiti chiari, ampi e traspiranti. Proteggersi dalla radiazione solare Freddo eccessivo Pioggia Vento Ghiaccio